TEMATICA: VIOLENZA DI GENERE
Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka
Bollati Boringhieri 2022
All’inizio del ‘900 ci fu un forte fenomeno migratorio dal Giappone verso gli Stati Uniti. Partirono prima gli uomini, i quali trovarono lavoro nelle attività produttive più umili della società. Nel momento in cui decidevano di sposarsi naturalmente volevano per moglie ragazze giapponesi. Ebbe origine quindi un commercio di giovani donne, spesso bambine, che venivano date in moglie a distanza a questi emigrati.
Le ragazze provenivano da famiglie povere, che in alcuni casi le vendevano, o da situazioni considerate disonorevoli. Attratte dalle fotografie, fasulle, dei futuri mariti e dalle promesse di una vita migliore in un paese ricco di opportunità , scoprivano fin dal momento dello sbarco una realtà molto diversa: i bei giovanotti delle fotografie erano quasi sempre vecchi, brutti , e poveri, e fin dal primissimo incontro ben decisi a mantenerle in una condizione di totale subordinazione.
Queste giovani donne finirono a lavorare in campagna, come domestiche, nelle lavanderie, nei casi peggiori come prostitute nei bordelli. Non conoscevano la lingua, le occasioni di integrazione erano praticamente inesistenti e la loro grande disponibilità al lavoro e operosità furono accolte con ostilità e diffidenza dalla popolazione locale che, proprio per questo, vedevano in esse una concorrenza per le loro stesse famiglie.
Il mancato inserimento nella società americana peggiorò con l’entrata in guerra degli Stati Uniti contro Hitler e suoi alleati, tra cui il Giappone, perché da quel momento tutti i giapponesi presenti sul territorio americano vennero considerati ufficialmente nemici e trasferiti forzatamente in campi di lavoro costruiti in località isolate, spesso nel deserto, in cui rimasero fino alla fine della guerra.
Questi trasferimenti avvennero repentinamente e coinvolsero tutti i nuclei familiari, adulti, anziani e bambini, interrompendo drasticamente quella minima socializzazione che si stava faticosamente creando nelle scuole, o nelle famiglie in cui molte donne erano impiegate come domestiche, cameriere, badanti.
Questa storia ispirata a fatti veri è raccontata in un breve romanzo strutturato come un racconto corale, in cui si sovrappongono e si intrecciano le singole storie di questa popolazione femminile.
La loro esperienza si riassume bene nella frase che loro si sentono ripetere da sempre, nelle loro famiglie di origine e che descrive così la loro condizione : Una ragazza deve mimetizzarsi dentro una stanza, deve essere presente senza rivelare la propria esistenza.
Ho trovato originale e avvincente la modalità di raccontare, che senza soffermarsi su una singola vicenda, riesce a dare voce contemporaneamente a una moltitudine di vite.