TEMATICA: VIOLENZA DI GENERE
Francis detta Frannie, nata in Giamaica nella seconda metà del 1800, è una ragazzina mulatta di padre ignoto che vive presso la piantagione di un ricco proprietario di piantagioni di canna da zucchero. Frannie diventa da subito la servetta della moglie del proprietario, la quale, per uno strano capriccio, le insegna a leggere e a scrivere. Frannie si appassiona alla lettura rubacchiando qua e là i libri su cui in qualche modo si formerà. La sua vita in Giamaica termina con l’incendio che distrugge la piantagione e il ritorno in Inghilterra del proprietario, che si portando la ragazza al seguito.
La seconda parte della sua vita ha come sfondo un’altra casa altoborghese a Londra, in cui lei, inserita inizialmente come domestica, presto assurge al ruolo di cameriera personale della padrona di casa. Con questa donna inglese si crea un legame molto forte, molto intimo, anche di natura sessuale, che sarà all’origine dei guai successivi di Frannie.
Il libro si apre con Frannie in prigione, in attesa di essere processata per l’omicidio particolarmente cruento della coppia di signori inglesi presso i quali lei viveva. Sospettata e accusata di essere l’assassina, mentre è in attesa dello svolgimento del processo Frannie decide di scrivere la sua storia, di essere lei a raccontare la verità non soltanto su queste morti ma anche su tutto quello che le ha precedute.
Di qui il titolo “Le confessioni” , in cui Frannie racconta le tappe della sua vita da quando era bambina in Giamaica fino all’arrivo in Inghilterra. E’ un’esistenza trascorsa interamente nella condizione sociale di “schiava” infatti in quegli anni era stata abolita soltanto la tratta degli schiavi, non la condizione di schiavitù.
La sua è una vita di continue sopraffazioni: benché lei abbia una personalità, grazie anche alla sue letture, indipendente e sia in grado di tenere testa ai soprusi cui è sottoposta, la società in cui vive è pesantemente razzista e patriarcale. In particolare le donne di colore, ma anche le donne bianche povere, sono relegate alla funzione di domestiche, cameriere, prostitute e poco più.
Neanche le donne della classe agiata però godono di condizioni di vita migliori: anche se circondate da un benessere economico-sociale, inimmaginabile per le loro servette, queste donne vivono recluse in una situazione in cui contano esclusivamente le apparenze. Non hanno indipendenza economica, non è consentito loro di prendere decisioni su nulla che non siano banalità senza importanza, conducono esistenze circondate dal lusso, servite e riverite, ma sostanzialmente vuote, in cui nulla dei loro desideri, dei loro sentimenti, della loro intelligenza ha modo di esprimersi e in queste condizioni trovano vie di fuga solo apparenti, soltanto tentativi di attutire e coprire la sofferenza che origina da questo senso di vuoto e di totale inutilità.
In queste dinamiche matura una situazione tragica che avrà un epilogo violento e drammatico, che Frannie ci consegna comunque con un particolare punto di vista e una accurata analisi di quello che in realtà è capitato in tutte le loro vite.