Rosa Rodri­guez, in arte Rosi­ta Qui­ro­ga, nac­que a Bue­nos Aires, nel quar­tie­re La Boca, nel 1898. Fu una del­le pri­me can­tan­ti di tan­go.

Fu anche com­po­si­tri­ce e “letri­sta” (scrit­tri­ce di testi).  Suo­na­va la chi­tar­ra come le inse­gnò il suo ami­co di quar­tie­re, il gran­de Juan de Dios Fili­ber­to. Inter­ca­la­va paro­le in lun­far­do (lo slang carat­te­ri­sti­co degli emi­gra­ti e abi­tan­ti dei sob­bor­ghi pove­ri di Bue­nos Ayres- chia­ma­ti  arra­bal —  con mol­te paro­le ori­gi­na­te dai dia­let­ti ita­lia­ni del nord, spe­cie  il geno­ve­se) Il gior­na­li­sta Jor­ge Göt­tling la chia­mò “La Piaf del arra­bal por­teño”. Ini­ziò ad inci­de­re dischi nel 1923 con la casa disco­gra­fi­ca Vic­tor. La sua car­rie­ra con­ti­nuò inin­ter­rot­ta fino al 1931, quan­do, appe­na tren­ta­cin­quen­ne, si pre­se una lun­ga pau­sa fino al 1952 quan­do inci­se pochi altri tan­gos.

Il gran­de letri­sta Cele­do­nio Flo­res scris­se mol­tis­si­mi tan­gos per lei, tra cui “Beba”, “Mucha­cho”, “Auda­cia”, “La musa miston­ga”, ecc. Il 14 Set­tem­bre del 1984 can­tò perl’ultima vol­ta, comu­ni­can­do il suo riti­ro dal­la sce­na musi­ca­le e cir­ca un mese dopo morì.

Si tro­va­no in rete  mol­te sue inter­pre­ta­zio­ni. Qui sot­to ne citia­mo alcu­ne, sen­za tra­dur­re i testi, qua­si tut­ti misti di lun­far­do:

 La can­tan­te ormai anzia­na rac­con­ta il suo sob­bor­go e accen­na alla sua car­rie­ra
Inci­so nel 1952

Link: