La città divertente?
“Quando si tratta di collocare un’attività culturale, gli urbanisti avrebbero una lezione da imparare dalla Public Library di New York, che ha che ha scelto il luogo in cui collocarsi come il più attento dei commercianti. Non è infatti un caso se il suo edificio principale sta in unp dei migliori angoli di New York, quello tra la Forty-second e la Fiffth Avenue, un prestigioso punto focale. Nel lontano 1895 l’appena nominata commissione della biblioteca aveva infatti aperto un dibattito su quali dovessero essere le caratteristiche della struttura e avendo deciso di voler servire quanta più gente possibile essa scelse quel che sembrava il punto centrale di una città che si stava sviluppando verso nord. Lo chiese e lo ottenne.

Oggi la biblioteca colloca i propri distaccamenti cercando di scegliere un posto dove ci sia molto traffico pedonale. Lo sperimenta in anticipo piazzandoci una biblioteca mobile, e se i risultati sono conformi alle aspettative, allora affitta un negozio per insediarci una biblioteca temporanea. Solo dopo aver ottenuto la certezza che si tratta del posto migliore per raggiungere il maggior numero di utenti dà il via libera alla costruzione.”
E’ un brano da un testo del 1958 “Downtown Is for People” – Il centro città è per le gente — che precede di 3 anni il titolo per cui Jane Jacobs divenne famosa “The Death and Life of Great American Cities”.
Jane Jacobs nasce il 4 maggio 1916 a Scranton, in Pennsylvania, un territorio fortemente colpito dalla depressione del ’29. Anche per questo, decide di lasciare la Pennsylvania e si trasferisce a New York con la sorella Betty, trovando casa prima a Brooklyn, poi nel Greenwich Village. Ha solo 18 anni quando comincia a lavorare prima segretaria e stenografa,. Dopo poco inizia a scrivere i suoi primi articoli per la rivista Vogue occupandosi dei quartieri newyorchesi dei fiori, della moda, delle pellicce, dei diamanti. È solo l’inizio del suo fervente interesse per la vita della città e l’economia urbana.
Alla Columbia University segue per due anni corsi di legge, scienze politiche, economia, filosofia e scienze naturali (ma non arriverà mai a laurearsi), e comincia a collaborare per Iron Age, una rivista specializzata nell’industria metallurgica, per l’agenzia governativa Office of War Information e per Amerika, una pubblicazione del Dipartimento di Stato.
La sua scrittura poco ortodossa, il suo pensiero libero e indipendente, il suo carattere insofferente all’autorità viene notata e per questo Jane Jacobs viene sospettata di simpatie comuniste alle quali risponde con una lettera in cui spiega di non essere politicamente schierata ma semplicemente una persona che crede nella libertà di espressione.
In quegli anni incontra Robert Jacobs che lavora a New York come architetto, si sposano e insieme di trasferiscono in una casa su tre piani al 555 di Hudson Street (nel suo Greenwhich Village) dove crescono i tre figli Burgin, James e Ned.
Negli anni ’50 inizia a lavorare nella redazione di Architectural Forum dove ha modo di conoscere e approfondire i piani di rinnovamento urbano
Proprio in questo periodo inizia la sua appassionata lotta per proteggere “il villaggio” (il suo quartiere), da demolizioni, nuovi progetti residenziali e urbanistici, e dalla realizzazione dell’autostrada urbana Lower Manhattan Expressway. Non si trattava solo di preservare il vecchio paesaggio urbano ma di opporsi agli spregiudicati progetti dei grandi sviluppatori, tra i quali il gigante dell’edilizia Robert Moses.
“Mio marito ed io siamo parte di quei cittadini che credono sinceramente in New York, al punto da aver comperato una casa nel cuore della città e di averla ristrutturata a prezzo di duro lavoro (trasformandola dalla proprietà degradata che era) , e abbiamo fatto crescere i nostri tre figli qui. E’ davvero scoraggiante fare del nostro meglio per rendere la citta più abitabile e venire a sapere che la città stessa ha in mente delle strategie che la rendono inabitabile. Sono venuta a conoscenza del piano alternativo elaborato dal comitato che prevede la chiusura al traffico veicolare del parco di Washington Square. Ora questo è il piano che gli amministratori della città dovrebbero favorire se credessero in New York come a un luogo decente in cui vivere e non solo un posto da attraversare alla svelta. Spero che facciate del vostro meglio per salvare Washingtono Square dall’autostrada.” (lettera inviata al Sindaco di New York e al Presidente del Distretto urbano di Manhattan nel 1955)
I principi di Jane Jacobs sono guidati da un approccio quasi etnografico, da un’osservazione diretta della vita sociale ed economica che si svolge in città, tra i negozi, le strade, sui marciapiedi, nei parchi. Osservazioni definite sprezzantemente da un urbanista come Mumfors “Mother Jacob’s Home Remedies” . Sono famose le sue “passeggiate” nel quartiere, tanto che nell’anniversario della sua nascita (solitamente il primo fine settimana di maggio) numerose città di tutto il mondo organizzano una “Jane’s walk”, una passeggiata libera durante la quale le persone si riuniscono per esplorare e confrontarsi sulla vita dei loro quartieri.
Alle proteste contro la gentrificazione e la pianificazione urbana separata dalla vita della comunità, si aggiungono nel 1968, le manifestazioni contro la guerra del Vietnam nella quale sarebbero stati arruolati anche i suoi figli. Proprio in quegli anni, viene più volte arrestata e stanca di opporsi al governo federale decide di trasferirsi con la famiglia a Toronto dove continua a scrivere altri titoli importanti (the Economy of the Cities 1969 Cities and the Wealth of Nations 1984, Systems of Survival 1992 The Nature of Economies 2000, Dark Age Ahead 2004) , mettendo a punto le sue idee di vita ed economia urbana, fino al 25 aprile del 2006 quando muore, a pochi giorni dal suo novantesimo compleanno.
“La notevole complessità del centro, la sua vivacitù, non potranno mai essere create dalla logica astratta di pochi esseri umani. Essa è in grado di fornire a tutti qualcosa perché è stata creata da tutti. …. Non c’è bisogno che sia un urbanista o un architetto, né arrogarsi le loro funzioni per porre le domande giuste:
“Come possono i nuovi edifici o i progetti di riqualificazione sfruttare al meglio le qualità specifiche della città? La citta ha un affaccio sull’acqua che può essere sfruttato? Una topografia insolita? Come può la città legare i suoi edifici a quelli nuovicosì che ogni elemento diventi complementare all’altro…? I nuovi progetti possono collegarsi alle strade del centro della città?… La nuova edilizia sfrutta le forti qualità della strada o in pratica le annulla? … Il nuovo progetto mescola ogni tipo di attività o erroneamente le separa?
In breve, la città sarà divertente?
Approfondimento sul web New Book Looks At The Life Of NYC’s Patron Saint, Jane Jacobs — Gothamist
