TEMATICA: STORIE DI EMANCIPAZIONE
Alfonsina e la strada di Simona Baldelli
Baldelli Simona
Sellerio 2021
Formato e‑book in prestito su MLOL per abbonati BIBLIOTECHE CIVICHE TORINESI /reperibile nel Sistema Bibliotecario Pinerolese
Di questo romanzo incuriosisce già la copertina, con la fotografia color seppia di una giovane donna in sella a una bicicletta, che rappresenta realmente la protagonista della storia.
Alfonsina Morini nasce nel 1891 in un poverissimo paese della bassa emiliana. Le condizioni di estrema miseria in cui vive con i genitori e i numerosi fratelli e sorelle non le impediscono però di trovare una sua personale forma di realizzazione, attraverso il ciclismo.
L’incontro con una vecchia e malandata bicicletta avviene per caso, la porta a casa il padre che vorrebbe usarla per il lavoro, ma sarà Alfonsina ad utilizzarla, imparando a pedalare da sola, di nascosto, di notte, sulle strade sconnesse della campagna. Pedalare diventa la passione di tutta la vita, nonostante l’opposizione aperta del padre, la derisione o l’indifferenza degli altri familiari, l’ostilità di tutto il mondo che la circonda.
Diventerà una ciclista professionista, l’unica in Italia, partecipa a gare importanti, tra cui il Giro d’Italia del 1924, riuscendo a concludere una gara massacrante, da cui la maggior parte dei corridori è costretta a ritirarsi per la fatica.
Alfonsina non diventò mai ricca, con il ciclismo: utilizzò tutti i suoi guadagni per assistere e curare il primo marito, l’unico che sempre la sostenne nella sua scelta, che era affetto da gravi disturbi nervosi, e per aiutare la famiglia d’origine, che mai le dimostrò riconoscenza, né stima per i suoi successi. Tranne l’affetto sincero per il marito, da cui prese il cognome Strada, e un breve riavvicinamento alla madre, la vita di Alfonsina fu povera di relazioni significative: qualche rara amicizia nell’ambiente del ciclismo, dei giornalisti sportivi, tra i vicini di casa.
Una vita dura e difficile, ma nello stesso tempo ricca di passione , di coraggio , di consapevolezza di sé e del proprio valore , determinata sempre a rifiutare il ruolo femminile subalterno che la sua epoca le riservava come destino quasi obbligato.