Casa delle Donne di Torino
Questioni del femminismo di oggi:
incontro con Marie-Jo Bonnet
La storica francese Marie-Jo Bonnet, autrice di importanti saggi che spaziano dalla storia lesbica a quella delle donne nella resistenza francese, nei suoi ultimi lavori affronta alcuni temi cruciali con cui il femminismo di oggi si confronta: matrimonio gay, tecnologie riproduttive e nuove mercificazioni delle donne.
Introduce Margherita Giacobino
MARTEDI 9 GENNAIO 2018
ORE 18,30
Sala incontri Caterina Ronco
Centro Láadan
Via Vanchiglia 3, primo piano
Marie-Jo Bonnet, storica e scrittrice, femminista della prima ora, è stata tra le fondatrici del Fhar (Front homosexuel d’action révolutionnaire) e del gruppo lesbico femminista Gouines Rouges. Si è occupata di storia del lesbismo nei costumi, nella letteratura e nell’arte, di storia del femminismo, e delle donne nella Resistenza francese e nei campi di concentramento. Ha pubblicato, tra l’altro, Les relations amoureuses entre femmes — XVI-XX siècle (Odile Jacob, 1995), Les Deux Amies. Essai sur le couple de femmes dans l’art (Blanche, 2000), Qu’est-ce qu’une femme désire quand elle désire une femme? (Odile Jacob 2004), Histoire de l’emancipation des femmes (Ouest-France, 2012) Adieu les rebelles! (Flammarion-Cafè Voltaire, 2014), Plus forte que la mort. L’amitié féminine dans les camps (Ouest-France, 2015), Simone de Beauvoir et les femmes (Albin Michel, 2015). E’ autrice di articoli e riflessioni sul femminismo degli ultimi decenni e dei suoi rapporti con il movimento omosessuale, in particolare su tematiche quali il matrimonio e la procreazione. Il suo prossimo libro, in uscita nel marzo 2018, è Mon MLF (Albin Michel), sul movimento femminista francese. Sempre nel marzo 2018 è prevista l’uscita della raccolta di scritti su questioni di politica delle donne Desiderio e libertà (Il Dito e la Luna).
Margherita Giacobino, torinese, scrittrice e traduttrice (ultimi suoi libri: Ritratto di famiglia con bambina grassa e Il prezzo del sogno, entrambi Mondadori) cura una collana di traduzioni per l’editrice Il Dito e La Luna (tra cui Sorella Outsider, scritti politici di Audre Lorde) e collabora con Aspirina rivista acetilsatirica online.
Per informazioni: 011 8122519 — casadelledonne@tin.it
Ed ecco la restituzione dell’incontro.
La storica francese Marie-Jo Bonnet, autrice di importanti saggi che spaziano dalla storia lesbica a quella delle donne nella resistenza francese, nei suoi ultimi lavori affronta alcuni temi cruciali con cui il femminismo di oggi si confronta: matrimonio gay, tecnologie riproduttive e nuove mercificazioni delle donne. Noi della Casa delle Donne sentiamo la necessità di confrontarci con le altre realtà femministe e di riflettere sul mondo delle donne, sui nuovi femminismi e su quali siano le risposte, femministe, ai problemi di oggi. Per questo siamo state felici di ospitare Marie-Jo Bonnet e di iniziare con lei la nostra riflessione. Nella ricchezza delle interpretazioni e delle sfaccettature, nella diversità delle posizioni teoriche e delle modalità di azione un punto accomuna i femminismi: la denuncia della cultura patriarcale e machista nella quale ancora viviamo, che sottende a tutte le violenze, discriminazioni e disparità tra i sessi Partendo da questa base comune a passando attraverso le nostre differenze vogliamo riflettere insieme. Ringraziamo Marie-Jo, Margherita Giacobino — che ha introdotto, tradotto e coordinato l’incontro,- e tutte le donne che sono intervenute durante la serata sostenendo o dubitando di alcune posizioni, perché ci hanno aiutato a raggiungere il nostro intento: aprire il dibattito.
Al prossimo scambio
Casa delle Donne di Torino
femminismo e genere
Marie-Jo Bonnet comincia l’incontro portando la platea a soffermarsi su un paradosso dei giorni nostri: abbiamo la consapevolezza di quanto sia importante riflettere sul femminismo ma la donna sparisce, esiste solo più il genere, non si parla più di femminismo, si discute di sesso e genere; di gestante e non di madre. Scompare anche il corpo sostituito dall’identità di genere. Nelle scuole per esempio c’è educazione di genere adesso, prima educazione sessuale, come se ciò distogliesse da come si è nate e nati. L’educazione di genere rimanda all’omosessualità e non più alla differenza di genere. Nel femminismo non c’è più sorellanza perché ci sono troppe fratture su questioni come queste, o il velo o la teoria queer. La frammentazione del femminismo ovviamente non è positivo, ma sarebbe un pessimo servizio non palesare ciò che non ci piace. Le nuove giovani donne per cui il femminismo è vendere l’utero e prostituirsi sono ubriache di ciò che la cultura patriarcale fa credere loro essere femminismo, addirittura che donne e uomini non esistano. Il femminismo è sparito in nome del movimento omosessuale e dell’uguaglianza non fra donne ma tra i sessi. E come mai noi donne siamo state cancellate da questi nuovi movimenti e da queste nuove teorie? La risposta è che c’è stato questo passaggio dalla ricerca di uguaglianza dei sessi alla ricerca di uguaglianza fra sessualità. E queste due ricerche sono molto diverse tra loro. Il femminismo per esempio lottò contro il matrimonio, Simon de Beauvoir e Sartre erano contro il matrimonio, un istituto che sfruttava e dominava le donne. I gay hanno imparato durante gli anni delle manifestazioni per la lotta all’aids pratiche militanti che hanno riusato recentemente per l’ottenimento del matrimonio gay, hanno usato le stesse metodologie anche se non si trattava più di una questione di vita o di morte, e tutte le persone contrarie sono state trattate come nemiche omofobe. Il successo delle loro lotte deriva dal loro comunitarismo, si comportano come un solo uomo, ennesima pratica derivante dagli anni della lotta all’aids. La nostra storica condivide un apporto dalla platea che sottolinea come il mondo maschile sia sempre stato omosessuale, gli uomini si leggono tra loro, si riconoscono tra loro, si vedono tra loro, la componente sessuale è questione altra. Perché questa necessità di avere la possibilità di sposarsi? Di essere come tutte le altre persone attraverso l’espansione di un istituto così arcaico? Non dobbiamo essere uguali, anche il movimento omosessuale dice di voler essere uguale agli altri, ma ciò è la morte perché siamo tutti e tutte diversi/e. Da piccole e adolescenti eravamo diverse e ci costringevano ad essere uguali. Mai più il genere, è la morte delle donne ed è un concetto che viene dal mondo accademico, la parola gender sparirà ma noi donne continueremo ad esistere.
Il metoo e la vicenda dei golden globes sono eventi importanti perché manifestano una presa di parola per un’eliminazione della censura, abbiamo i diritti ma non osiamo, siamo oggetti e la parola ci fa diventare soggetti, ed è ciò che manca al femminismo di oggi, di cui il movimento Nudm rappresenta il risveglio. Sta emergendo ciò che emerse negli anni ’70: CON IL DIRITTO DI PAROLA SIAMO SOGGETTI. In gioco ci sono il lavoro e l’economia, ovvero la sicurezza delle donne. Con la presa di parola le persone superano la paura, per esempio quella di perdere il lavoro o quella dei processi. Dopo la presa di parola ci sono l’arte e la letteratura, ovvero il nostro punto di vista sul mondo. Importante è il riconoscimento del lavoro delle artiste e partecipare alle loro vite. Quando l’artista dice “Non sono un’artista donna, sono scrittore” crea un grosso problema, il mondo dell’arte si fonda sull’esclusione delle donne artiste, quest’ultime sono abituate a farsi conoscere come artiste e non come donne perché c’è disprezzo verso di loro in quanto tali. Le donne devono affrontare una lunga battaglia per entrare nel mondo dell’arte. Carla Lonzi per esempio, una madre del femminismo, dovette abbandonare il mondo dell’arte.
Osare il femminismo è un movimento di giovani donne che fanno riflessioni su ciò e hanno deciso di non usare la parola gender, e il movimento le attacca per questo. A un intervento del pubblico che sostiene di non voler abbandonare la strada del genere, sottolineando come sia solo un canale come un altro, Marie-Jo ribatte ricordando come non esistano più gli studi femministi, ma ci siano solo più studi di genere, una totale sostituzione. Il femminismo rivendicava l’uguaglianza tra uomo e donna, invece ora è diventato uno strumento in cui si cancella la donna in nome proprio dell’uguaglianza. Il queer è il nuovo antifemminismo. Il femminismo però non è finito, stiamo solo attraversando un momento difficile, un momento i cui il movimento lgbtqia ha preso il posto di quello femminista. Oggi l’uguaglianza dei sessi non è all’ordine del giorno del movimento lgbtqia perché non ci sarebbero uomini e donne, ma non si può parlare di generi e basta, questo è un non senso. La questione di genere ci toglie spazio. Base della sorellanza è l’amore, prima per sé stesse e poi per le altre donne. Alla domanda se uomo e donna non esistano e che si neghi il dato che sono solamente aspetti performativi, la nostra ospite risponde che però la differenza tra sessi continua ad essere utilizzata per il dominio. Anche dentro di noi c’è l’alterità e in conclusione il contropotere è dentro di noi.
Dalla platea viene riportata la situazione italiana, fatta di ingiustizie e differenze profondissime, così profonde da sembrare senza rimedio. Questi movimenti cose stanno facendo in merito a queste situazioni? Marie-Jo ci parla della sensazione d’impotenza davanti al mondo. L’ingiustizia riguarda la dignità umana, che non si compera, riguarda bisogni antropologici, ma i movimenti non se ne curano perché hanno il potere economico, i gay hanno il potere economico, (sia nel mondo omosessuale quanto in quello islamico il potere maschile è predominante, e sono due mondi molto ricchi). Facendo un quadro generale della suddetta situazione italiana, quando la sinistra era al potere c’era una sorta di femminismo di Stato e quindi contrasto al capitalismo e mancanza di contrasto al liberalismo. Ora però le cose sono diverse, sono femministe anche donne di destra, la gamma di donne è molto più ampia e variegata. Bisogna quindi ridefinire le cose perché il femminismo si è modificato molto e in particolare non c’è più la radicalità di una volta. Per quanto riguarda il partito femminista europeo la nostra storica rimane scettica. Nella sua visione sarebbe meglio rimanere una forza di contrapposizione e critica, pur non essendo al potere si possono cambiare le cose. Il fenomeno della predazione nella globalizzazione è come nelle molestie, non ci sono più contropoteri, ma il femminismo lo è.
Parte del dibattito verte sul:
trasnsumanismo
Il concetto espresso dal titolo di questo paragrafo indica la volontà di essere eterne ed eterni con l’ausilio delle macchine. Significa uccidere lo spirito. Ci troviamo in un momento storico fortemente materialista in tutti i suoi aspetti distintivi. Marie-Jo è contraria alle biotecnologie per la procreazione, ci ritroveremo figlie e figli che non sapranno chi sono poiché avranno 3, 4 madri, ed è un danno. Noi femministe abbiamo la responsabilità di dire che siamo contro il capitalismo tecnologico. Significa letteralmente uscire dall’umanesimo, è la donna aumentata o l’uomo aumentato, pensiamo ai chip sotto pelle per vivere eternamente. Pensiamo a tutti i soldi impiegati in ciò. Noi saremo sempre più stupide e stupidi rispetto alle tecnologie; e quante persone conoscono le basi delle tecnologie che usiamo? Serve una coscienza politica, anche se la parola coscienza non si usa più, ce l’abbiamo tutte e tutti ed è quello che ci può riunire. La coscienza unisce uomini e donne.
Necessaria, in un’epoca in cui siamo bombardate/i da informazioni e non abbiamo più un momento di solitudine, diventa la via spirituale. Ogni giorno serve un momento in cui in solitaria ci si ascolta e si trova la propria voce interiore, non siamo sola materia e dobbiamo sapere in cosa crediamo, non in un’accezione religiosa, ma come dialogo interno.